La pandemia del Covid-19 ha colpito duramente le case di riposo e le strutture che accolgono pazienti di età avanzata, maggiormente esposti al rischio di complicazioni dell’infezione da coronavirus.
In un contesto in cui si sta cercando di garantire a tutti i costi l’incolumità degli anziani ospiti, la tecnologia viene fortunatamente in aiuto per ridurre l’impatto sociale dell’isolamento e la mancanza di contatti interpersonali con i propri cari, ma anche per contribuire al monitoraggio dei parametri clinici dei pazienti ospedalizzati.
Mentre nelle case protette (e negli ospedali) i tablet e i dispositivi mobili si vanno via via moltiplicando per consentire ai pazienti di connettersi più facilmente con il mondo esterno, con amici e parenti, le aziende specializzate non si sono lasciate sfuggire l’occasione di studiare soluzioni sempre più semplificate: schermi intelligenti, sensori di impronte, riconoscimento facciale e dispositivi smart speaker con assistenti vocali in grado di rispondere in modo semplice e comprensibile alle richieste dell’utente.
L’utente di riferimento, in questo caso, non è propriamente a suo agio con la tecnologia di ultima generazione e dunque necessiterà di un’interfaccia semplificata che consenta di accedere facilmente alle funzioni più frequenti, comprese le chiamate o le videochiamate ai parenti momentaneamente impossibilitati a fargli visita.
Particolarmente adatti in tal senso si stanno dimostrando gli smart speaker dotati di display intelligenti: è il caso del Nest Hub Max, che Google sta testando tra i pazienti americani ricoverati e isolati per colpa del Covid-19. Il Mount Sinai West, a New York, è tra i primi ospedali ad aver sperimentato l’utilizzo dei dispositivi Nest per monitorare i pazienti da remoto.
LEGGI L’APPROFONDIMENTO: Mount Sinai Works With Google Nest to Help Patients With COVID-19
La pandemia globale ha dato un impulso importante alle cure a distanza, ma progetti come quello sviluppato dal Mount Sinai e da Google dimostra come anche l’assistenza in sede può essere resa più sicura grazie alle tecnologie da remoto.
Il personale dell’ospedale di New York ha pensato di sfruttare la funzione di sorveglianza video dei dispositivi Google Nest per monitorare le stanze dei pazienti, per interpretare a distanza sintomi e bisogni, nonché per instaurare una comunicazione bidirezionale.
Grazie alle telecamere connesse con Nest operatori sanitari, infermieri e medici possono limitare la loro esposizione al Covid-19, nel caso di pazienti positivi al virus, limitando l’interazione da persona a persona allo stretto necessario.
La limitazione dei contatti con pazienti in isolamento riduce allo stesso tempo l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) a disposizione dell’ospedale, delle strutture di cura e delle case di accoglienza.
La coprogettazione avviata con Google ha previsto l’installazione delle videocamere Nest in oltre 100 stanze del Mount Sinai West, con l’obiettivo di fornire al più presto fino a 10mila dispositivi e consolle di monitoraggio personalizzate anche agli altri ospedali statunitensi. Il sistema è progettato in modo tale che Google non possa memorizzare alcun filmato raccolto, al fine di preservare la privacy del paziente.
I dispositivi smart messi a disposizione di pazienti e ospiti consentono inoltre di combattere la sensazione di isolamento e abbandono che si può provare in un momento così particolare, un momento in cui coltivare i contatti a distanza diventa non solo l’unica soluzione possibile, ma anche una delle più efficaci per alleviare il senso di abbandono e, perché no, anche i momenti di noia.
Gli schermi intelligenti e i dispositivi smart speaker – oltre che ovviamente restare in contatto con i parenti – hanno infatti qualcosa da offrire anche agli utenti più anziani e inesperti, che sul display di Nest Google possono ad esempio consultare informazioni sul meteo, leggere notizie di attualità, guardare video musicali, sfruttare utilità come sveglie e allarmi, godersi il panorama sulla città in webcam, guardare film e serie Tv.
Per far fronte a questi nuovi utilizzi diffusi, che siano essi utili al monitoraggio clinico o pensati per il benessere dell’ospite, aziende produttrici e strutture sanitarie dovranno lavorare al miglioramento di due due aspetti strettamente tecnici: l’interfaccia destinata all’utente dovrà essere quanto più semplificata e accessibile, come dovranno esserlo le reti WiFi destinate a veicolare il traffico crescente di dati e connessioni in contemporanea. Non sempre le reti delle grandi strutture ospedaliere si sono mostrate all’altezza in questo caso.
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