Il 91% degli utenti con un assistente vocale effettua le ricerche con la propria voce. Il 41% si affida ad Alexa, Google e Siri anche per effettuare gli acquisti.
Questo è quanto emerso da una ricerca che ha coinvolto 6.000 persone tra Regno Unito, Stati Uniti e Germania di fascia età diverse
C’è però anche della diffidenza che emerge da chi non utilizza questa tecnologia. Il 41% non si affida agli assistenti vocali per ragioni di privacy, il 29% non si fida degli assistenti vocali.
Per qualche ragione, forse per non sembrare strani o eccessivamente futuristi, solo il 22% degli utilizzatori si sente a proprio agio nell’usarli in pubblico. “Hey Google perché mi stanno guardando tutti?”
Il funnel degli assistenti vocali
L’80% degli utilizzatori cerca informazioni sui prodotti e il 41% di chi possiede un’assistente ha già fatto acquisti tramite la voce. Un numero altissimo che dovrebbe far riflettere chi ha dei prodotti e vuole promuoversi tramite l’audio. Questa probabilmente sarà la modalità di acquisto del futuro, semplice e rapida.
La ricerca è stata condotta da Vixen Labs, la principale agenzia vocal europea, al fine di esplorare gli atteggiamenti e i comportamenti dei consumatori e individuare possibili strategie di marketing.
Siri è stato lanciato 10 anni fa, da quel giorno la tecnologia vocale ha fatto passi da gigante e gli assistenti vocali si stanno diffondendo a macchia d’olio grazie alla loro utilità e praticità.
Un altro dato interessante viene dall’utilizzo inaspettato che se ne fa. Ad esempio nel settore bancario: una media del 32% tra i 6.000 intervistati chiede al proprio assistente di controllare il proprio conto in banca regolarmente. Anche se questi dati variano da paese a paese. Ad esempio gli statunitensi prediligono l’assistente per pagare le bollette, i tedeschi usano la tecnologia per trovare un medico o uno specialista.
James Poulter, CEO e cofondatore di Vixen Labs, afferma che gli utenti sono desiderosi di vedere il vero potenziale di questa tecnologia, già matura ma che può ancora offrire un numero smisurato di funzioni tutte ancora da sviluppare.
Lo stesso James paragona la tecnologia vocale ai primi social, pochi i marchi che investivano risorse in quella direzione e ora sono il campo di battaglia principale.