Nata dall’idea dell’artista americana Lauren McCarthy, ‘Someone’ è l’incrocio perfetto tra un esperimento sociale e un test tecnologico sulle moderne apparecchiature smart.
L’istallazione della galleria d’arte di Hudson Street a New York infatti permette a visitatori e passanti, potenzialmente a chiunque, di prendere il controllo dell’abitazione di qualcun altro. Non di un’abitazione qualsiasi, ma di una smart home dotata di gadget e dispositivi connessi in rete, governati da un’intelligenza artificiale sempre più capace di governare gli esseri umani.
L’invenzione di McCarthy, artista e docente del dipartimento di Design Media Art dell’Università della California, è frutto di anni di ricerca sugli aspetti più affascinanti del rapporto tra uomo e tecnologia, ma anche sul sottile confine tra privacy e sorveglianza.
Così, chi lo desidera può calarsi nei panni di una Alexa o di un Assistente Google, entrare in connessione con gli abitanti della casa come uno smart speaker vivente: può far partire della musica, conversare con la famiglia diffondendo la propria voce attraverso gli altoparlanti dotati di microfoni come Amazon Echo e Google Home, novità hi-tech sempre più presenti tra i nostri “elettrodomestici”.
Già nel 2018 Lauren McCarthy aveva tentato un esperimento simile, diventando protagonista di un format che integrava arte e tecnologia in cui lei stessa interpretava un assistente virtuale, 24 ore su 24. Ancor prima l’artista aveva trasmesso in streaming i suoi appuntamenti “amorosi” con partner conosciuti tramite l’applicazione OkCupid e, un paio di anni fa, aveva lanciato “Follower”, una sorta di social network in cui ci si poteva candidare a farsi seguire nella vita reale da una persona qualsiasi di cui si sarebbe ignorata l’identità. Come un tamagotchi, come una pedina nelle mani di uno sconosciuto o una marionetta guidata da un burattinaio.
L’obiettivo di questa serie di strani esperimenti? Dimostrare come le nostre dinamiche di socializzazione siano ormai fortemente condizionate dalla tecnologia e come il confine tra reale e virtuale sia sempre più labile e sottile.
‘Someone’ svela sfacciatamente tutta l’invadenza e l’intromissione nelle nostre vite di microfoni, telecamere, webcam e display che popolano le nostre case nelle nostre abitazioni, ma anche cercare di sottolineare questa perdita di intimità attraverso la restituzione del controllo di questi dispositivi ai visitatori della mostra.
I nostri spazi e la nostra privacy sono davvero in pericolo? Probabilmente tenere ben saldo il loro controllo sarà sempre più complicato nell’epoca del boom tecnologico degli assistenti virtuali e degli smart speaker. I dispositivi progettati dai colossi dell’hi tech non conoscono limite alla loro diffusione, sia in termini quantitativi che in termini di ambiti di applicazione.
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